L’anfiteatro di Alba Fucens, situato sul colle di San Pietro, fu costruito dopo il 38 d.C. successivamente alla morte di Nevio Sutorio Macrone, prefetto del pretorio e prefetto dei vigili, incarichi che ricoprì durante il governo dell’imperatore romano Tiberio. Alla morte di quest’ultimo fu ben presto costretto alla fine da Caligola, nonostante l’iniziale profonda amicizia. Macrone si sarebbe tolto la vita per evitare la requisizione dei beni. Attraverso un testamento poté donare una parte dei suoi averi per far costruire nella sua città natale un anfiteatro. La struttura fu in parte scavata nella roccia del colle di San Pietro, uno dei tre colli che cingono l’area della città antica, e in parte dotata di muratura recuperata dalle preesistenti domus.

La città antica fu progressivamente abbandonata, in particolare dopo un grave terremoto della prima metà del VI secolo e in coincidenza con il dominio longobardo dell’area marsicana e del Fucino, che favorì lo sviluppo del borgo medievale di Albe sul dominante colle di San Nicola a oltre 1000 m s.l.m.

La riscoperta del sito e i primi scavi avvennero nel 1949 ad opera di un gruppo di archeologi belgi dell’Università Cattolica di Lovanio guidati da Fernand De Visscher e del “Centro belga di ricerche archeologiche” di Joseph Mertens in missione in Italia centrale e meridionale. In seguito gli scavi che riportarono alla luce anche l’anfiteatro furono più volte promossi dalla Soprintendenza ai beni archeologici dell’Abruzzo che ebbe il compito di ricomporre, in maniera più fedele possibile, i vari ambienti dell’area albense.